Fondazione Tito Balestra: Gianni Cestari. Viaggio senza mappa
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18.10.2009

Gianni Cestari. Viaggio senza mappa

Tra Ariosto, Coronelli e Rosen tema del libro e del viaggio. A cura di Marialivia Brunelli e Paul Bright

INAUGURAZIONE DOMENICA 18 OTTOBRE 2009 ORE 10, sarà presente l’artista.

L’esposizione raccoglie disegni e dipinti realizzati da Gianni Cestari su tema del viaggio. Per trascrivere in termini pittorici le emozioni che questo stato di ricerca fisica e spirituale può dare, Cestari ha scelto tre personaggi che hanno scritto di viaggi.
Si tratta di tre autori diversissimi, come ambiente culturale, spaziale e temporale: uno scrittore del Cinquecento, Ludovico Ariosto, un cartografo del Settecento, Vincenzo Coronelli, e un artista contemporaneo, James Rosen.
Cestari si è fatto ispirare dalle pagine del cantore degli Estensi Ludovico Ariosto ed ha realizzato una serie di lavori dedicati al viaggio di Astolfo sulla luna raccontato nell’Orlando furioso, e alle creature alate citate nel poema.
Il secondo narratore di viaggi in cui si è casualmente imbattuto Cestari è Vincenzo Coronelli, un cartografo del Settecento. In un mercatino dell’antiquariato un amico ha trovato un volume antico, l’Atlante Veneto, che narra di viaggi per mare, mancante però delle tavole illustrate: allora l’artista ha deciso di rifarle lui, con una serie di acrilici su carta ispirati agli evocativi titoli di ogni immagine perduta.
Il terzo narratore che ha sollecitato l’immaginazione di Cestari è un amico artista americano, James Rosen, che ha scritto invece una favola per i suoi bambini, il racconto del viaggio di un angelo caduto dal cielo sulla terra. L’artista in questo caso ha deciso di illustrare il racconto con trenta piccoli preziosi libri di una pagina ciascuno.
“Chi vede questa mostra si può aggirare per le sale ricercando il filo delle peregrinazioni mentali di questi tre autori. Oppure può anche perdersi senza bussola in questo suggestivo apparato iconografico di viaggi, lasciandosi permeare dalle immagini e dal turbine emozionale che provocano” (Maria Livia Brunelli).
“I lavori Gianni Cestari sono permeati da una sensazione di forze primordiali. Molte di queste, con livelli diversi di astrazione, evocano mare e cielo, fluidità e volo, vettore e viaggio, mito e vissuta realtà (…); alcuni lavori richiamano sezioni dei dipinti di J.M.W. Turner, con il quale Cestari condivide la sensibilità romantica (…). Ciascun artista sembra essere ugualmente preso dagli aspetti evanescenti, mutevoli e turbolenti dell’oceano e del cielo. Le strutture costruite dall’uomo sono spesso appena accennate, avvolte o racchiuse dall’atmosfera, apparentemente fragili e insignificanti a confronto con la forza degli elementi. I lavori più astratti di Cestari sembrano essere precipitati dall’atmosfera stessa, con un’apparente scarsa intenzione dell’artista. Nei lavori dove parole e immagini si fondono, il testo spesso fatica ad emergere fra opache atmosfere di colore scuro o tenue”.
Paul Bright
Assistant Director, Hanes Gallery, Wake Forest University, NC
“Cestari ha vissuto in un faro sperduto nell’immensità del territorio canadese, dove aria e acqua hanno intriso le sue opere di sublime romantico, ha solcato la poesia storica dei cieli di Odessa, ma ama anche un semplice viaggio a piedi, che fa senza allontanarsi troppo da casa, percorrendo gli argini dei fiumi che circondano il suo mondo. Un piacere che ricorre quasi quotidianamente, alla ricerca del luogo per pensare, per raccontarsi e poi raccontare. Pensieri che la solitudine del paesaggio attorno ispira, e che poi diventano la materia prima del suo fare artistico.
Ariosto insegna che per essere felici la regola è solo una: accontentarsi. Basta avere, come scrive il poeta all’ingresso della sua casa, una dimora parva sed apta mihi. Dalla quale magari allontanarsi solo temporaneamente per qualche “viaggio senza mappa”. Come fa Gianni Cestari, pellegrino dello spirito alla ricerca perenne di quei “vapori” di cui scrive Goethe nel suo “Viaggio in Italia”, “che sembrano dissolvere monti, mare e cielo in un solo elemento”, in un turbinio di primordiale caos dal sapore turneriano”.
Maria Livia Brunelli
Director MLB Maria Livia Brunelli home gallery, Ferrara, Italy
“I miei viaggi sono desiderio, ansia, piacere e preoccupazione, voglia di progettare, fermento interiore e tante emozioni. Fascino e paura, due aspetti che credo comuni a molte persone che si preparano per un viaggio.
Senza la presenza di un paesaggio nuovo, la concentrazione si fa più forte: percorro un viaggio quasi quotidiano dove sento nascere le emozioni. Poi, quasi improvvisamente, avverto il desiderio di prendere il volo. Vedere con una prospettiva diversa, perdere l’orientamento ed affrontare l’imprevisto. Allora, lentamente, aiutato dalla lettura, desidero partire, cercare suoni, parole, segni ed incrociare altri percorsi. Al ritorno poi, la quantità di segnali ricevuti lascia uno stordimento mentale difficile da riordinare. Solo dopo un po’ di tempo, quando ritrovo l’accoglienza del mio percorso quasi quotidiano, riesco ad espormi ancora alla fragilità delle emozioni”.
Gianni Cestari

 

Inaugurazione, parte 1 di 3

 

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 Inaugurazione, parte 2 di 3

 

Inaugurazione, parte 3 di 3

 

 

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