L’incontro, Di pigmenti poetici, vedrà protagonista Marco Fazzini, valente traduttore e docente di Lingua e Letteratura Inglese e Postcoloniale all’Università Ca’ Foscari di Venezia, conversatore amabile e originale, che illustrerà una delle sue ultime esperienze come curatore di una mostra e di un volume intitolati: Water Views. Paesaggisti all’acquerello del XXI secolo (Pisa, Edizioni ETS 2014).
Abstract
L’acquerello è da sempre sinonimo di spontaneità e trasparenza, d’una sorta di fragile figurazione la cui magica evanescenza è sopravvissuta fin dentro al Novecento inoltrato, focalizzandosi principalmente sul paesaggio. Dalle prime prove rupestri a base d’acqua alle decorazioni egizie nelle tombe e sul papiro, dai manoscritti miniati ai Libri d’Ore del Medioevo, da Anthony van Dick a Wenceslaus Hollar, da Pisanello a Pinturicchio, dalle mappe topografiche ai progetti per costumi,dai ritratti in miniatura alle riproduzioni botaniche,da Raffaello a Dürer,da Joseph MallordWilliam Turner e Thomas Girtin a Georgia O’Keefe, Emile Nolde, Paul Delvaux, Paul Klee, David Hockney, Edward Hopper, Mimmo Paladino e Andrew Wyeth l’acquarello ha riservato più di una sorpresa alla storia dell’arte. Il libro, realizzato in occasione della mostra Water Views, raccoglie i lavori di 30 artisti e, a corredo, i contributi poetici di 16 poeti, fra cui una poesia di Tito Balestra.
Marco Fazzini è nato nelle Marche nel 1962, ha studiato presso le università di Ca’ Foscari (Venezia), di Edimburgo (Scozia) e del Natal (Durban, Sud Africa). Dopo aver lavorato per diversi anni presso l’Università di Macerata, oggi insegna Lingua e Letteratura Inglese e Postcoloniale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Come traduttore ha lavorato presso le università di Londra (Inghilterra), di St. Andrews (Scozia) e del South Carolina (Stati Uniti). Ha curato, tra gli altri, due antologie in traduzione italiana: Poeti della Scozia contemporanea (Supernova, Venezia, 1992), e Poeti sudafricani del Novecento (Supernova, Venezia, 1994). Un volume sulla questione dell’alterità, scaturito da un convegno del 1999, reca il titolo di: Resisting Alterities: Wilson Harris and Other Avatars of Otherness (Rodopi, New York-Amsterdam, 2004). Di recente ha curato una storia della letteratura scozzese, Alba Literaria: A History of Scottish Literature (Amos Edizioni, Mestre, 2005). Ha tradotto in italiano, tra gli altri: Philip Larkin, Norman MacCaig, Douglas Livingstone, Hugh MacDiarmid, Kenneth White, Geoffrey Hill, Edwin Morgan, Charles Tomlinson e Douglas Dunn. La sua critica è riunita in Crossings (Supernova, Venezia, 2000), in L’acrobata della memoria (Supernova, Venezia, 2002), e nel recente Tradurre, paradiso dei poeti (Edizioni del Bradipo, Lugo, 2005).